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Una storia secolare che unisce tradizione e innovazione: il Ristorante Sabatini di Spoleto | Foto

La cucina umbra da tempo riesce a coniugare tradizione e innovazione e, in questo senso, un posto d’eccezione è occupato dal Ristorante Sabatini di Spoleto.

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Una storia legata a forti tradizioni familiari, ad una passione incontenibile e una vera devozione verso questa nobile e prestigiosa arte che è il cucinare.

Questa storia nasce dalla fusione di due idee, due modi tipici del fare ristorazione nella nostra regione: la prima, quella dei coniugi Sabatini che nel 1901 fondarono questa trattoria con camere su una delle vie più belle del centro città, Corso Mazzini.

L’interno del locale

La seconda, quella della famiglia Zeppadoro e dello staff de Le Casiline, che nel 2010 decise di rilevare questa attività del centro città, ormai lasciata quasi in abbandono, e di iniziare un percorso di crescita e costante miglioramento che li ha condotti sino ad oggi e sino a diventare un vero punto di riferimento per la ristorazione del territorio.

Conosciamo i proprietari del ristorante Sabatini

Quindi di chi è stata la ‘colpa’ di questa scelta?

“Senza dubbio di mio padre Benedetto!”, afferma sicuro Riccardo, titolare del ristorante.

“Lui che nel 1966 aveva iniziato la sua avventura in questo settore, come cameriere prima e come imprenditore poi, e  che ancora oggi coltiva e porta avanti con passione insieme a mia madre, mia sorella e suo marito, nel 2010 ebbe questa importante intuizione e ci spinse tutti, con coraggio, verso questa nuova ed esaltante attività!”

Già perché come nella migliore tradizione delle piccole imprese a gestione familiare, quando uno dei componenti dell’azienda, quale che sia il suo ruolo, racconta la propria attività, non manca mai di sottolineare ed esaltare l’importanza del gruppo, dell’obbiettivo condiviso con passione e amore quotidiano, con una vera devozione senza la quale non si potrebbe creare quell’alchimia e magia necessarie per il successo.

In questo aspetto sicuramente Riccardo si distingue soprattutto per la sua umiltà, che lo porta, da imprenditore e vero leader, ad esaltare ed evidenziare l’ottimo lavoro degli altri, mettendosi quasi in secondo piano.

Il team del ristorante

Lui e sua moglie Aldiana, la chef, vera musa ispiratrice e creatrice dei piatti incredibili della cucina, se possibile ancor più modesta e umile del marito. 

Riccardo e Aldiana

Nel 2011 divenne parte della squadra, suggerita a Riccardo dalla prestigiosa scuola alberghiera di Spoleto nella quale si era già distinta per le sue incredibili qualità e per il suo talento.

Talento che l’esperienza lavorativa le ha permesso di far crescere e raffinare ancora di più, in un continuo scambio e scontro di idee, sapori, intuizioni ed un pizzico di sana follia con il quale Riccardo e Aldiana condiscono la propria vita ogni giorno e che ha permesso ad entrambi di creare un ristorante innovativo e sui generis, capace di unire eleganza, ricerca e gusti tradizionali rivisitati con tecniche moderne unite ad idee anche coraggiose, ma difficilmente sbagliate.

Curioso che alla domanda di come nascano queste idee, posta ad entrambi in due momenti differenti del nostro incontro, mentre si alternavano ai primi preparativi per la serata imminente e al dare le giuste attenzioni al piccolo di casa, mi abbiano risposto nella stessa identica maniera:

“Di notte mentre dormiamo… uno dei due si sveglia all’improvviso e vengono così , spontanee!!”

Che detta in questo modo potrebbero farle sembrare casuali, ma è assolutamente vero il contrario.

La continua dedizione è la vera base del loro successo, che gli permette di trasformare questa piccola grande impresa in una meravigliosa avventura che ogni giorno li spinge ad andare oltre, a migliorarsi e migliorare, senza porsi mai limiti.

Quasi come fossero una nave con al timone Riccardo e nella sala comandi Aldiana, circondati da personale professionale gentile e motivato ad eseguire gli ordini e a navigare tutti convinti verso una sola ed inconfutabile direzione:

Meravigliare i clienti e trasportarli via per qualche ora in un tripudio di profumi, aromi, sapori e coccole come raramente potrebbe capitargli.

Faccio giusto in tempo a fare un’ultima domanda alla Chef, e le chiedo se potrebbe mai accettare di andare a lavorare in un ristorante differente, magari stellato, dove senza dubbio farebbe la sua enorme figura, lei arrossendo un po’, mi risponde con gli occhi lucidi mentre guarda Riccardo e il piccolo Francesco:

“Il mio posto è e sarà sempre questo, nel nostro ristorante, nella nostra vita insieme!”

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