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Elezioni in Umbria: le lezioni di Deruta, Todi e Narni

toniaccini e ruggiano

Elezioni in Umbria, gli scrutini sono terminati da poco e i risultati nei tre maggiori centri umbri chiamati al voto sono stati netti.

Antonino Ruggiano vince a Todi superando il 57%, Michele Toniaccini supera il 70%, mentre Lorenzo Lucarelli a Narni raccoglie il testimone di De Rebotti sfiorando il 65% dei consensi.

La prima lezione che si può trarre da queste elezioni è semplice: chi amministra bene viene riconfermato. O, nel caso di Narni, se si è capaci di raccogliere l’eredità di un’amministrazione ben svolta, se ne possono raccogliere i frutti.

Da questa considerazione ne consegue un’altra: chi vuole ambire a spodestare un sindaco, deve costruire uomini e percorsi politici nel tempo e per tempo. Le improvvisazioni a poche settimane dal voto non piacciono.

E questo vale sia per il centrosinistra a trazione Pd e M5S, che per il centrodestra. La credibilità e l’affidabilità si deve costruire giorno dopo giorno. Anche se è difficile.

Piace invece chi lavora sempre, in prima fila, mettendoci la faccia. E, non si può negare, gli amministratori che oggi hanno vinto – o ri-vinto – sono stati evidentemente premiati anche per la gestione del periodo più critico del Covid. Malgrado i tanti strali lanciati contro la Regione Umbria, a volte anche immeritati.

Segno che i cittadini sanno distinguere bene le figure chiamate ad amministrare la propria città, rispetto a chi amministra ad altri livelli.

Programmare il futuro

Ora però, soprattutto nel centrodestra, bisognerà anche pensare al “dopo”, in quanto a Todi e Deruta non ci saranno più i “campioni” che già hanno regalato una doppia o tripla vittoria, nel caso di Ruggiano. E in altre realtà, come a Cascia, non si può pensare di non presentare neanche la lista.

Ma se le squadre che amministrano sono coese e funzionano, questo processo potrebbe e dovrebbe avere sbocchi naturali.

Ultima considerazione: gli elettori sono andati a votare. Meno del turno precedente, ma sempre oltre il 60%. Segno che quando le partite “contano”, i cittadini si recano alle urne. E anche questo è un bel segnale. Ma anche un monito.

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